
Elon Musk e Twitter: Fallimento o rinascita?
Ormai da più di un mese tiene banco la vicenda di Elon Musk e Twitter. Il tycoon sudafricano infatti ha acquistato il famoso social network per una cifra mostre di 44 miliardi di dollari, in una lunga trattativa nata quasi come un capriccio del CEO di Tesla, che “offeso” dalla secondo lui poca libertà di espressione ha deciso di acquistare Twitter per cambiare le carte in tavola.
Ed infatti a fare notizia non è stata tanto l’acquisizione in quanto tale, ma più che altro i cambiamenti repentini che Musk ha apportato immediatamente, quasi ancora prima che l’accordo d’acquisto fosse notificato.
Elon Musk e Twitter: La situazione
Ha fatto scalpore innanzitutto la mai compresa entrata di Elon Musk negli uffici di San Francisco con in mano un lavandino, ma soprattutto il licenziamento immediato di metà board direttivo del social network, compreso l’avvocato che era a capo della struttura che regolava i ban.
A seguito di questo poi c’è stata la polemica sugli 8 dollari mensili per ricevere la “spunta blu”, una sorta di servizio premium ad ora appannaggio dei personaggi “verificati” e più in vista. Poi il licenziamento intensivo di migliaia di dipendenti ritenuti poco utili alla causa, poi il delisting fino ad arrivare ai referendum tramite sondaggi emessi dallo stesso account di Elon Musk prima per la riammissione dell’ex Presidente Donald Trump la scorsa settimana e l’amnistia dei profili bannati per messaggi d’odio, discriminazione e disinformazione.
Elon Musk e Twitter: Vox Populi Vox Dei
Entrambi i sondaggi proposti dal CEO di Tesla sono risultati positivi per il reintegro tanto dell’ex Presidente quanto dei profili bannati, venendo elogiati da Musk con la celebra frase latina “Vox Populi Vox Dei”, “la voce del popolo, la voce di Dio”, derubricando così le sue responsabilità sui contenuti che verranno condivisi sulla piattaforma alla voce del popolo che ne ha voluto la presenza. Ed è proprio su questi punti che i tanti detrattori puntano il dito; aumentare la diffusione di contenuti falsi e profili inesistenti ma con la “spunta blu” soltanto per aver pagato un abbonamento mensile.
Dall’altro lato invece ci si congratula per il fatto che la libertà di pensiero ed espressione è garantito anche nel caso in cui non ci piaccia quel che stiamo leggendo.
Elon Musk e Twitter: la situazione finora
Tutte queste novità e cambiamenti in così poco tempo hanno destabilizzato la clientela di Twitter, annunciando il fallimento della piattaforma non solo per l’abbandono degli utenti ma soprattutto per quello delle aziende di advertising, gli inserzionisti che fanno il grande delle fortuna del social network. La “morte di Twitter” sembrava quindi dietro l’angolo, tra le paventata e probabili cause delle migliaia di dipendenti licenziati e la richiesta di lavoro “hardcore” da parte del nuovo capo di Twitter, l’abbondono dell’utenza e degli advertiser, la mancanza di moderazione dei contenuti e chi ne ha più ne metta.
A prescindere però dall’essere o meno d’accordo con le politiche di Elon Musk, i dati che lui stesso ha mostrato raccontano una tendenza molto diversa da quella che viene percepita dall’esterno, anzi porta addirittura ad un rialzo della piattaforma:
Come possiamo vedere dal link al tweet del tycoon di Pretoria le stime sono ben diverse da quelle immaginate dagli utenti e i detrattori della nuova politica, ed anzi registrano un consistente aumento di utenti giornalieri (circa due milioni in più al 16 novembre rispetto all’anno precedente) oltre ad un aumento degli iscritti del 66% rispetto allo scorso anno.
Inoltre risulta diminuito il tasso di hate speech nonostante la diminuzione dei controlli sui contenuti, anche se non è chiaro come siano ora calcolati i tweet d’odio partendo dal presupposto che vengano calcolati soltanto quelli in lingua inglese poi.
Elon Musk non ha invece ancora parlato della situazione finanziaria di Twitter, dato che nelle scorse settimana era trapelata la notizia di una possibile bancarotta del social network, ma a giudicare dai dati pubblicati dal nuovo proprietario questo rischio non sembra imminente; basterà questo a riavvicinare utenti ed advertiser al social del cinguettio?
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